Turin Marathon. Ovvero: perché correre una maratona.
Il 17 novembre 2013 ho corso la Turin marathon in 3.38.51.
Un ottimo tempo per me.
Mentre percorrevo gli ultimi chilometri, mi sono posto una domanda.
E cosi’ mi sono dato anche al risposta…
Cosa vuol dire” Correre una maratona?”.
Sottoporre il proprio corpo (muscoli, ossa, articolazioni) ad una prova di resistenza estrema.
Spingersi oltre la fatica, il dolore, lo sconforto e, soprattutto, la paura di non farcela.
Sì, perché correre una maratona non é solo sforzo fisico.
E’ concentrazione, forza di volontà, amore per la vita.
Fino ai venti chilometri può arrivare quasi chiunque; anche a trenta, col giusto allenamento, ce la si può fare senza enormi difficoltà.
Oltre no.
Per correre 42 km (e 195 metri, non dimentichiamolo: alla fine della corsa si sentono eccome…) serve qualcosa di più del solo allenamento fisico.
Per quanto uno si alimenti correttamente, prima e durante la gara, dopo 30 / 35 chilometri il serbatoio é drammaticamente vuoto.
I tuoi muscoli hanno dato tutto quello che potevano dare.
Ora tocca a qualcos’altro.
E’ in quel momento, quando senti che il corpo non ce la fa più, che polpacci e quadricipiti urlano “fermati!”, che non hai più saliva né sudore da buttare fuori, è in quel momento che devono scendere in campo cervello, anima, cuore.
Il primo ti grida imperioso, sovrastando i lamenti strazianti dei muscoli: “E tutta la preparazione dei mesi scorsi? Le levatacce, i rimbrotti di tua moglie e dei tuoi colleghi di lavoro? Le rinunce a tavola ed alla vita sociale, sacrificata a lunghi e ripetute solitarie? Buttiamo tutto? No e poi ancora no! Tieni duro, perdio!”.
Poi, quando ormai mancano tre o quattro km e le ginocchia sono diventate dure come assi, é il tuo cuore a farsi sentire: “Ci siamo, amico mio. Stringi i denti ora. Non mollare: ama e corri, corri e ama”.
Alla fine, negli ultimi metri, è solo la tua anima che ti sorregge: “Lo senti il ritmo del respiro? Ascolti il cuore pulsare e puoi quasi vedere il sangue rosso e caldo scorrere nelle vene? Questi sono il dolore e la gioia, la speranza ed il dramma, frammisti a lacrime e sudore. Questa é la VITA, caro mio. Perché tu sei splendidamente vivo e quel traguardo a pochi passi é la parafrasi della nostra esistenza.
Allora andiamo! A noi la strada!”.
Ecco perché corriamo la maratona.
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